89-71 Vita di S. ANTONIO di PADOVA NASCE A LISBONA
89-71 Vita di S. ANTONIO di PADOVA NASCE A LISBONA
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Antonio nasce a Lisbona il 15 agosto 1195 e viene battezzato con il nome di Ferdinando.
S. Antonio, detto di Padova perché in questa città svolse l'ultima parte del suo apostolato e vi fu sepolto dopo la morte il 13
giugno 1231, nacque in realtà dalla aristocratica famiglia Buglione a Lisbona il 15
agosto 1195 e al fonte battesimale ricevette il nome di Ferdinando che mutò in
quello di Antonio, in onore del santo anacoreta egiziano del IV secolo, quando
entrò nell'ordine dei frati minori come
novizio in un convento intitolato appunto
a S. Antonio Abate. Fin da bambino il piccolo Ferdinando si mostrò estremamente
devoto e in lui si manifestarono i segni
della predilezione divina che ne avrebbero fatto uno dei santi taumaturghi più
venerati e invocati della chiesa cattolica. |
89-72 Vita di S. ANTONIO di PADOVA SCACCIA IL DEMONIO CON IL SEGNO DELLA CROCE
89-72 Vita di S. ANTONIO di PADOVA SCACCIA IL DEMONIO CON IL SEGNO DELLA CROCE
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Nella cattedrale di Lisbona Antonio scaccia il demonio col segno della croce.
Uno dei primi interventi prodigiosi attribuiti a S. Antonio avvenne quando era
ancora un fanciullo. Il piccolo Ferdinando si trovava nella cattedrale di Lisbona, presso la quale sorgeva la dimora
della sua famiglia sul posto della quale
sorge ora la chiesa a lui dedicata, e proprio in quel luogo sacro si materializzò il
demonio che cercò di indurlo in tentazione. Il bambino non si spaventò e, fidando
nell'aiuto divino, tracciò un segno di
croce sul pavimento della chiesa riuscendo ad avere la meglio sul diavolo che
fuggì scornato di fronte all'innocenza e
alla fede del fanciullo che si erano dimostrate più potenti delle arti diaboliche. |
89-73 Vita di S. ANTONIO di PADOVA CHIUDE GLI UCCELLI PER EVITARE DANNI AL RACCOLTO
89-73 Vita di S. ANTONIO di PADOVA CHIUDE GLI UCCELLI PER EVITARE DANNI AL RACCOLTO
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S. Antonio chiude gli uccelli per impedire che facciano danni al raccolto.
Tra i prodigi attribuiti a Ferdinando fanciullo ve ne è uno che dimostra al tempo
stesso la sua sensibilità verso le creature
di Dio e il suo apprezzamento per il lavoro umano. Trovandosi in campagna fu
testimone della rabbia e dello sgomento
dei contadini i quali lamentavano che il
grano venisse sistematicamente divorato
dagli uccelli che in gran numero volteggiavano sui campi. Si parlò allora di sterminarli per salvare il raccolto e Ferdinando rimase sconvolto da questo intento per cui volle salvare le bestiole. Aprì
allora la porta di un annesso agricolo e
cominciò a chiamare gli uccelli che ad
uno ad uno, disciplinatamente, si infilarono al coperto e furono rinchiusi fino a
che, compiuta la mietitura e non potendo
più nuocere, Ferdinando li rimise in libertà. |
89-74 Vita di S. ANTONIO di PADOVA NOVIZIO FRANCESCANO E' ESEMPIO PER ALTRI
89-74 Vita di S. ANTONIO di PADOVA NOVIZIO FRANCESCANO E' ESEMPIO PER ALTRI
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Novizio francescano Antonio è di esempio agli altri con l'ammirazione dei superiori.
Il giovane Ferdinando aveva seguito il
richiamo della vita religiosa ed era entrato
nell'ordine dei canonici regolari agostiniani segnalandosi per l'esemplarità della sua
condotta e per l'ottima riuscita negli studi.
Presto fu ordinato sacerdote e tuttavia quella regola di vita non gli sembrava sufficientemente austera e soprattutto gli appariva
priva di quell'affiato mistico e di quella
tensione apostolica di cui andava in cerca.
Così, quando in Portogallo furono riportati
i corpi dei cinque frati francescani martirizzati in Marocco nel 1220, Ferdinando seguì
con intenso fervore le cerimonie di accoglienza e rimase fortemente impressionato
dal coraggio di cui i martiri avevano dato
prova e che a suo giudizio derivava proprio
dalla regola francescana. Subito prese la
sua decisione e, abbandonato l'ordine agostiniano, fece la sua professione tra i frati
minori nel convento di S. Antonio Abate di
Olivares e, in onore di quel santo anacoreta
egiziano del IV secolo, prese anch'egli il
nome di Antonio, guadagnandosi l'ammirazione dei superiori per le sue virtù. |
89-75 Vita di S. ANTONIO di PADOVA DI RITORNO DAL MAROCCO APPRODO A MESSINA
89-75 Vita di S. ANTONIO di PADOVA DI RITORNO DAL MAROCCO APPRODO A MESSINA
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Antonio è di ritorno dal Marocco ma una tempesta lo fa approdare nei pressi di Messina.
L'esempio dei martiri del Marocco lo
aveva infiammato a tal punto che anch'egli volle recarsi in missione in terra africana e ottenne dai superiori di esservi
inviato. Tuttavia, una volta giunto in
Africa, si ammalò gravemente e dovette
imbarcarsi nuovamente per tornare in
Europa. Durante la traversata la nave sulla
quale viaggiava si trovò ad affrontare una
furiosa tempesta che la costrinse a prendere terra presso Taormina da dove
Antonio passò a Messina per poi proseguire verso il centro della spiritualità francescana. Nel 1221 giunse infatti ad Assisi
giusto in tempo per partecipare al capitolo delle stuoie e in quella occasione
Antonio, del tutto sconosciuto, fu inviato
nel convento di Montepaolo presso Forlì.
Presto però la sua virtù e la sua dottrina
divennero note e S. Francesco lo nominò
maestro di teologia dei frati, dopo essersi convinto della necessità di dare loro un'istruzione adeguata perché potessero svolgere al meglio la loro missione. |
89-76 Vita di S. ANTONIO di PADOVA RESUSCITA UN MORTO PER DIMOSTRARE INNOCENZA DEL PADRE
89-76 Vita di S. ANTONIO di PADOVA RESUSCITA UN MORTO PER DIMOSTRARE INNOCENZA DEL PADRE
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Antonio risuscita un morto per dimostrare l'innocenza del padre accusato e arrestato.
S. Antonio da Padova è il santo taumaturgo per eccellenza come infatti evidenzia il responsorio "Si quaeris miracula" a
lui dedicato. In questo testo sacro si elencano minuziosamente gli interventi prodigiosi del santo, dalle guarigioni degli
ammalati e degli ossessi, alla sedazione
delle tempeste, al ritrovamento degli
oggetti smarriti. Anche la morte fugge
davanti a lui come testimonia la resurrezione di un morto operata dalle sue preghiere. Il fatto avvenne quando il santo
venne a sapere che il padre era stato
accusato di omicidio e si trovava davanti
al giudice: Antonio allora fu miracolosamente trasportato a Lisbona con un prodigio di bilocazione e, fatto portare il cadavere dell'ucciso, pregò fino ad ottenerne la resurrezione così che il resuscitato poté rivelare il nome del vero assassino e scagionare il padre del santo. |
89-77 Vita di S. ANTONIO di PADOVA RIMPROVERA IL FEROCE EZZELLINO
89-77 Vita di S. ANTONIO di PADOVA RIMPROVERA IL FEROCE EZZELLINO
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Con coraggio Antonio rimprovera il feroce Ezzelino per la sua poco dignitosa condotta.
Mentre S. Antonio dimorava a Padova, la
città era dominata da Ezzelino Romano,
un signore della Marca Trevigiana che a
poco a poco si era impossessato con i
delitti e con il terrore di varie città del
Veneto. Tale era la fama di crudeltà del
tirannico signore che al suo cospetto tutti
tremavano nell'incertezza delle sue reazioni a qualsiasi contrarietà. Non così
S. Antonio che, presentatosi davanti a lui,
non ebbe timore di rimproverargli gli
eccessi per i quali era così famigerato e
di esortarlo alla misericordia e al retto
governo. Poiché l'autorità viene da Dio,
essa deve essere usata non per soddisfare
interessi e capricci personali, ma unicamente per il bene spirituale e materiale del pubblico. |
89-78 Vita di S. ANTONIO di PADOVA CONVERTE GLI ERETICI CON MULA DIGIUNA
89-78 Vita di S. ANTONIO di PADOVA CONVERTE GLI ERETICI CON MULA DIGIUNA
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Antonio converte gli eretici facendo prostrare dinanzi al SS. Sacramento una muladigiuna.
Fra i prodigi operati da S. Antonio uno
dei più singolari ha per protagonista una
mula. Accadde infatti che il santo avesse
una accesa disputa con un eretico che si
ostinava a negare la presenza reale di
Gesù nel sacramento eucaristico. Viste
vane le più sottili argomentazioni di
quella profonda scienza teologica che lo
fece più tardi soprannominare Dottore
Evangelico, Antonio ricorse ad una
dimostrazione senza precedenti. Fattasi
condurre una mula che era stata tenuta
per tre giorni senza mangiare, le pose
davanti il SS. Sacramento da un lato e un
fascio di fieno dall'altro e la bestia, senza
esitazione, trascurò il cibo per inginocchiarsi davanti all'ostia consacrata. |
89-79 Vita di S. ANTONIO di PADOVA AVVERTE I PRESENTI DELL'AVARO DEFUNTO
89-79 Vita di S. ANTONIO di PADOVA AVVERTE I PRESENTI DELL'AVARO DEFUNTO
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Antonio mostra ai presenti che l'avaro defunto ha lasciato iI cuore nello scrigno.
La predicazione di S. Antonio ebbe come
teatro un gran numero di località in
Francia e in Italia e in ciascuna di esse il
santo lasciò un segno della sua potenza
taumaturgica. A Firenze la sua predicazione ebbe come particolare oggetto l'usura che in quella operosa città mercantile costituiva una vera piaga sociale in
quanto conduceva alla rovina numerose
famiglie della piccola e media borghesia
artigianale. Per dimostrare la rovinosa
influenza dell'usura non soltanto per le
vittime, ma anche per coloro che la praticavano, dopo la morte di un avaro che
prestava denaro ad usura, S. Antonio fece
aprire il suo scrigno nel quale in mezzo
alle monete fu trovato il cuore del defunto ancora palpitante. |
89-80 Vita di S. ANTONIO di PADOVA A RIMINI PREDICA AI PESCI
89-80 Vita di S. ANTONIO di PADOVA A RIMINI PREDICA AI PESCI
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A Rimini, poiché nessuno ascolta la sua parola, Antonio predica ai pesci.
S. Francesco aveva predicato agli uccelli
e, nel solco tracciato dal fondatore dei
frati minori che ebbe un particolare amore
per tutte le creature di Dio, evidenziato
dal bellissimo e famoso cantico ad esse
intitolato, S. Antonio come suo degno
seguace rivolse la sua predicazione ai
pesci. Il fatto prodigioso avvenne a Rimini dove gli eretici del luogo gli avevano fatto intorno il deserto per impedirgli
di predicare al popolo. S. Antonio non si
scoraggiò e, per dimostrare la potenza
della parola di Dio, si recò sulla riva del
mare e chiamò a raccolta i pesci che accorsero in gran numero e con le teste fuori dall'acque si mostrarono più attenti
degli uomini restii alla sua parola ispirata. |