89-11 Vita di S. San GASPARE del BUFALO VIENE ORDINATO SACERDOTE NEL 1808
89-11 Vita di S. San GASPARE del BUFALO VIENE ORDINATO SACERDOTE NEL 1808
|
S. Gaspare viene ordinato sacerdote il 31 luglio 1808 e il 2 agosto celebra la sua prima messa.
S. Gaspare era stato ordinato suddiacono il 21
febbraio 1807 e diacono il 12 marzo 1808.
Prima di accedere al sacerdozio il giovane si
chiese se ne fosse degno, pensando all'esempio di S. Francesco che non aveva voluto mai
essere più che diacono. Si dette quindi a consultare direttori spirituali per risolvere i suoi
dubbi e fra gli altri si rivolse ad un'amica di
infanzia, Maria Tamini suora delle Maestre
Pie a Macerata. Questa a sua volta chiese consiglio a S. Vincenzo Strambi, vescovo della
città, che conosceva Gaspare ed espresse il
parere che i suoi dubbi fossero soltanto opera
diabolica, invitandolo a farsi ordinare. Così
Gaspare, saggiamente consigliato dal santo
vescovo, mise da parte i suoi scrupoli eccessivi e il 31 luglio 1808 fu ordinato prete. Il 1
agosto predicò a S. Pietro e il 2 agosto celebrò la prima messa nella basilica di S. Marco
che era la sua chiesa parrocchiale. |
89-12 Vita di S. San GASPARE del BUFALO FEDELE AL PAPA PIO VII RIFIUTA NAPOLEONE
89-12 Vita di S. San GASPARE del BUFALO FEDELE AL PAPA PIO VII RIFIUTA NAPOLEONE
|
89-12 xRetro
89-12 xRetro
|
89-13 Vita di S. San GASPARE del BUFALO PARTE IN ESILIO E IN CARCERE
89-13 Vita di S. San GASPARE del BUFALO PARTE IN ESILIO E IN CARCERE
|
A causa del rifiuto di fedeltà a Napoleone nel 1810 S. Gaspare parte per l'esilio.
A causa del suo rifiuto di prestare il giuramento di fedeltà a Napoleone, Gaspare fu
quindi esiliato e incarcerato in varie località,
da Piacenza a Bologna, a Imola, a Lugo.
Insieme a molti altri sacerdoti che al pari di
lui non avevano voluto giurare fedeltà all'usurpatore, Gaspare dovette così subire, l'amarezza della lontananza dagli affetti familiari e
dalle opere apostoliche che aveva intrapreso,
oltre all'asprezza della detenzione carceraria.
Questa comportava il totale isolamento, il
divieto di scrivere, di celebrare messa e addirittura di ricevere la comunione, si può immaginare con quale sconforto per chi si trovava
privo del principale nutrimento spirituale. |
89-14 Vita di S. San GASPARE del BUFALO SALVA ALBERTINI DAL TOPO IN BOCCA
89-14 Vita di S. San GASPARE del BUFALO SALVA ALBERTINI DAL TOPO IN BOCCA
|
In una locanda di Piacenza S. Gaspare va in soccorso del canonico Albertini che sta soffocando a causa di un topo entratogli in bocca.
A Piacenza Gaspare e il suo compagno di esilio Don Francesco Albertini trovarono fortunoso alloggio in una locanda di infimo ordine
dove si sistemarono per la notte su due pagliericci. La locanda era infestata dai topi e
durante la notte Gaspare, che non riusciva a
dormire per i pensieri che turbinavano nella
sua mente, sentì rantolare Don Francesco e,
dopo aver inutilmente chiamato aiuto, constatò che un topo si era infilato nella gola del
suo compagno dalla quale solo con difficoltà
riuscì a tirarlo fuori impedendo che il poveretto morisse soffocato. Dopo che i due sacerdoti si furono trasferiti nella casa di un parroco caritatevole, Gaspare si ammalò gravemente tanto da ricevere gli ultimi sacramenti,
ma Don Francesco Albertini che era stato esiliato con lui lo rincuorò dicendogli che non
poteva morire perché Dio si aspettava grandi
cose da lui. Infatti la guarigione non si fece
attendere, anche se Gaspare, nella sua umiltà,
rimase perplesso dalla predizione dell'amico. |
89-15 Vita di S. San GASPARE del BUFALO IN CARCERE INCORAGGIA GLI ALTRI SACERDOTI
89-15 Vita di S. San GASPARE del BUFALO IN CARCERE INCORAGGIA GLI ALTRI SACERDOTI
|
In carcere S. Gaspare incoraggia gli altri sacerdoti detenuti ad accettare le sofferenze per amore di Dio.
Da Piacenza gli ecclesiastici esiliati furono trasferiti a Bologna dove inizialmente godettero
di una certa libertà e poterono riprendere i contatti epistolari con Roma ma purtroppo
Gaspare ricevette la notizia della morte della
madre che scosse le sue intime fibre e dovette
poi separarsi da Don Albertini che fu mandato
in carcere in Corsica. Nel 1812 Napoleone rinnovò il decreto che imponeva il giuramento ai
sacerdoti ma Gaspare e i suoi compagni si rifiutarono ancora di prestarlo e furono chiusi
nel carcere di S. Giovanni in Monte di Bologna dove Gaspare riuscì a sedare i tumulti
che frequentemente avvenivano tra i detenuti.
Poiché incoraggiava i suoi confratelli alla resistenza, esortandoli ad accettare dalla Provvidenza qualsiasi sofferenza per amore della
Chiesa e in ricordo della passione di Gesù,
Gaspare fu trasferito insieme ad altri compagni
nel carcere duro di Imola. Qui furono ricevuti
processionalmente dalla popolazione che si
premurò di far pervenire loro segretamente
l'eucaristia. Dopo un terzo rifiuto di prestare il
giuramento all'imperatore, i prigionieri furono
nuovamente trasferiti, questa volta nella rocca
di Lugo dove rimasero fino a poco prima della sconfitta di Napoleone. |
89-16 Vita di S. San GASPARE del BUFALO ACCETTA L'INVITO DI PAPA PIO VII
89-16 Vita di S. San GASPARE del BUFALO ACCETTA L'INVITO DI PAPA PIO VII
|
89-16 xRetro
89-16 xRetro
|
89-17 Vita di S. San GASPARE del BUFALO MEDITA MISTERO DELLA CIRCONCISIONE
89-17 Vita di S. San GASPARE del BUFALO MEDITA MISTERO DELLA CIRCONCISIONE
|
S. Gaspare medita nel mistero della Circoncisione la primizia del sangue sparso di Gesù.
La devozione di S. Gaspare al Preziosissimo
Sangue di Gesù, già in nuce nella sua giovinezza, si sviluppò grazie alla sua amicizia con
Don Francesco Albertini, grande propagatore
di questo culto che trovava il suo ambiente
naturale nella chiesa di S. Nicola in Carcere
dove si conserva appunto una reliquia del
Sangue di Cristo. In questa chiesa i due sacerdoti fondarono una confraternita intitolata
proprio al Preziosissimo Sangue. Durante gli
anni tristi dell'esilio e del carcere, quella
devozione rimase un punto fermo di riferimento per Gaspare che vedeva nel Sangue di
Cristo la fonte della misericordia divina. Non
soltanto nel sangue versato durante la passione, ma anche in quello sparso durante la
Circoncisione che si può considerare come
una primizia dell'effusione cruenta della
Crocifissione che si perpetua quotidianamente nel sacrificio della messa. È proprio durante la carcerazione che Gaspare matura la decisione di votarsi alla diffusione del culto del
Sangue di Cristo e, se pure ancora in maniera
non esplicita, sogna la fondazione di una congregazione ad esso intitolata. |
89-18 Vita di S. San GASPARE del BUFALO VEDE NEL SANGUE DI CRISTO LA FORZA
89-18 Vita di S. San GASPARE del BUFALO VEDE NEL SANGUE DI CRISTO LA FORZA
|
S. Gaspare vede nel Sangue di Cristo la forza per distruggere le forze del male e far rifiorire nel cuore degli uomini la pace e l'amore.
Sorretto dalla devozione al Preziosissimo
Sangue, fonte della universale redenzione del
genere umano, Gaspare impronta tutta la sua
vita all'ideale delle sofferenze di Cristo e
diventa apostolo di quel culto che segna la sua
vita sacerdotale. Pur nel distacco dagli affetti
mondani e tentato dalla contemplazione,
Gaspare sente che deve rimanere in contatto
con gli uomini suoi fratelli per portare loro il
messaggio della salvezza, così come Gesù
visse in mezzo alla gente per realizzare la sua
missione redentrice. Gaspare vuole che tutti
conoscano il dono prezioso che Gesù ha fatto
del suo sangue per la salvezza dell'umanità e
pertanto si fa propagatore instancabile del
culto del Sangue divino oltre che del Cuore
che è la sorgente dalla quale esso sgorga. |
89-19 Vita di S. San GASPARE del BUFALO CONTEMPLA SANGUE DI CRISTO
89-19 Vita di S. San GASPARE del BUFALO CONTEMPLA SANGUE DI CRISTO
|
S. Gaspare contempla il sangue di Cristo come segno di purificazione del popolo di Dio.
Il culto del Preziosissimo Sangue è inteso da
S. Gaspare come il riconoscimento del dono
che Gesù ha fatto di sé e delle sue sofferenze
all'umanità decaduta a causa del peccato originale, al fine di restituirle l'amicizia di Dio.
Mentre il sangue dell'agnello pasquale descritto dall'Antico Testamento doveva individuare gli ebrei tenendoli separati dagli egiziani, così che l'angelo sterminatore colpisse
soltanto i primogeniti di costoro, il sangue di
Gesù è stato effuso per tutti gli uomini, senza
distinzioni di nazionalità, di genere o di ceto
e, miracolosamente, continua a sgorgare e a
farsi bevanda per la sete dello spirito con il
sacrificio eucaristico. Ma come il sangue dell'agnello, figurazione cristologia, il sangue di
Gesù è anche strumento di purificazione perché in esso si lavano le colpe del mondo. |
89-20 Vita di S. San GASPARE del BUFALO SANGUE DI CRISTO STRUMENTO DI RICONCILIAZIONE
89-20 Vita di S. San GASPARE del BUFALO SANGUE DI CRISTO STRUMENTO DI RICONCILIAZIONE
|
S. Gaspare addita il sangue di Cristo come strumento di riconciliazione.
Il sangue di Cristo non è soltanto il lavacro
che deterge i peccati, ma è anche lo strumento della riconciliazione tra i singoli e tra i
popoli. L'epoca che Gaspare attraversa nella
sua vita è un periodo di profondi rivolgimenti politici e spirituali, originati dalla rivoluzione francese e proseguiti con l'epopea napoleonica che ha sconvolto l'Europa con una
serie di guerre e di invasioni che lasciano il
segno negli animi dei singoli e nella coscienza sociale. Occorre riportare non soltanto la
pace tra le nazioni, ma anche la pace degli
animi e recuperare le tradizioni e la pratica
religiosa che la ventata rivoluzionaria ha travolto. Gaspare vede nella devozione al sangue di Gesù lo strumento principe della riconciliazione e del ripristino delle regole di convivenza violate e sconvolte. |