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La vita di San Domenico Savio

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Serie di santini dedicati alla vita di San Domenico Savio

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01Xsa-60-54 Vita di S. San DOMENICO SAVIO IL DONO DEL CIELO CHIERI Santino Holy card
60-54 Vita di S. San DOMENICO SAVIO IL DONO DEL CIELO CHIERI

60-54 Vita di S. San DOMENICO SAVIO IL DONO DEL CIELO CHIERI
Il dono del Cielo
Non molto lontano da Torino, a Riva di Chieri, vivevano due giovani sposi: Carlo Savio fabbro e Brigida Gajato sarta di campagna. Erano poveri ma nella loro piccola casa c'era la ricchezza della virtù e del santo timor di Dio. E il Signore dimostrò di amarli e di benedirli donando loro — il 2 aprile 1842 — un grazioso bambino. I due sposi felici si affrettarono a farlo battezzare nello stesso giorno della nascita, affinché la grazia di Dio abitasse subito quel piccolo cuore. Fu chiamato Domenico, che vuol dire "del Signore" e infatti fin da piccolino si mostrò tutto di Dio: non tralasciava mai le orazioni del mattino e della sera; prima di mettersi a tavola faceva il segno della Croce e ricordava ad altri questo dovere. La mamma lo consacrò alla Madonna perché, sotto la materna protezione della Regina del Cielo, Domenico crescesse buono. Un bambino buono è la gioia dei suoi genitori.
02Xsa-60-53 Vita di S. San DOMENICO SAVIO PICCOLO CHIERICHETTO Santino Holy card
60-53 Vita di S. San DOMENICO SAVIO PICCOLO CHIERICHETTO

60-53 Vita di S. San DOMENICO SAVIO PICCOLO CHIERICHETTO
Piccolo chierichetto
Il babbo di Domenico, non trovando più lavoro a Riva di Chieri, si trasportò con la famiglia a Murialdo, borgata di Castelnuovo d'Asti. Lì Domenico, a soli cinque anni, imparò a servire la santa Messa e sebbene fosse un'impresa assai difficile per lui tanto piccolo, voleva trasportare da solo il messale e fare tutto come un chierichetto grande. Se qualche volta, arrivando al mattino presto davanti alla Chiesa, la trovava ancor chiusa, s'inginocchiava vicino alla porta, diceva le preghiere e aspettava che si aprisse. A sei anni incominciò a frequentare la scuola del cappellano del paese, dimostrando subito una intelligenza sveglia e una grande buona volontà. Domenico non litigava mai coi compagni, non si univa ai più discoli per fare monellerie... Anzi sapeva con il suo sorriso invitare tutti ad essere più buoni. Un compagno buono è un vero amico.
03Xsa-60-52 Vita di S. San DOMENICO SAVIO IL GIORNO PIU' BELLO COMUNIONE Santino Holy card
60-52 Vita di S. San DOMENICO SAVIO IL GIORNO PIU' BELLO COMUNIONE

60-52 Vita di S. San DOMENICO SAVIO IL GIORNO PIU' BELLO COMUNIONE
Il giorno più bello
Il giorno più bello della vita di un ragazzo buono è quello della prima Comunione. In quel giorno il bambino riceve l'abbraccio di Gesù. Ai tempi di Domenico c'era l'uso di far fare la prima Comunione i ragazzi grandi: a dodici o quattordici anni. Domenico invece poté fare la prima Comunione a soli sette anni! Perché? Perché sapeva a memoria tutto il catechismo, conosceva bene che cosa vuol dire ricevere Gesù nell'Eucarestia, ed era il più buono di tutti. La sera prima di quel giorno fortunato domandò perdono alla mamma e al papà dei dispiaceri che aveva loro dati. Poi promise di essere più ubbidiente, docile, rispettoso. Gesù, entrato nel cuore di Domenico, vi trovò la bontà più splendente; e da quel giorno Domenico promise al suo più grande Amico una vita ancora più generosa e santa. Lo confermano i propositi da lui fatti in quel giorno: 1 Mi confesserò e comunicherò molto sovente; 2 Voglio santificare le feste; 3 I miei amici saranno Gesù e Maria; 4 La morte ma non peccati. Se unito a Gesù anche un ragazzo è capace di grandi cose.
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60-51 Vita di S. San DOMENICO SAVIO SCOLARO ESEMPLARE

60-51 Vita di S. San DOMENICO SAVIO SCOLARO ESEMPLARE
Scolaro esemplare
Per continuare le scuole, Domenico dal suo paesello doveva andare ogni mattina e ogni pomeriggio fino a Castelnuovo d'Asti. Quanti chilometri per quel piccolo bambino nelle giornate di pioggia e di vento, di neve o di sole caldo! Ma Domenico non mancava mai alle lezioni ed era sempre attento alle spiegazioni del maestro. Era il migliore di tutti! Un giorno, durante l'assenza del maestro, un ragazzo cattivo fece una monelleria nella scuola. Poi tutti si misero d'accordo per dare la colpa a Savio. Il maestro, serio serio, lo sgridò credendolo davvero colpevole. Ma Domenico non disse una parola per difendersi. Quando poi il maestro capì che aveva sbagliato, disse al suo caro alunno: "Perché non mi hai detto che era stato un altro?". Il piccolo Santo rispose: "Quel compagno, già colpevole di altre mancanze, sarebbe stato cacciato dalla scuola... io invece speravo di essere perdonato, essendo questa la mia prima monelle ria. E poi pensavo a Gesù anche Lui ingiustamente calunniato". Uno scolaro diligente e buono è la gioia dei suoi maestri.
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60-50 Vita di S. San DOMENICO SAVIO INCONTRO CON DON BOSCO

60-50 Vita di S. San DOMENICO SAVIO INCONTRO CON DON BOSCO
Incontro con Don Bosco
Il maestro di Domenico pensò di affidare a Don Bosco il suo più caro alunno. Il 2 ottobre 1854 sulla collina dei Becchi Don Bosco si incontrò dunque con Domenico. Per prima cosa il Santo Educatore rimase stupito nel trovare tanta virtù e tanta disinvolta gentilezza in un povero bambino dei campi. Poi, sentendo che Domenico aveva un vivo desiderio di andare a Torino per continuare a studiare, Don Bosco volle rendersi conto se davvero poteva riuscire nello studio. Gli diede perciò un libretto e gli disse di imparare una pagina per la mattina dopo. Domenico si ritirò in disparte. Dopo otto minuti eccolo davanti a Don Bosco: "Se vuole — disse tutto allegro — gliela recito subito la mia pagina". E la disse a memoria senza uno sbaglio! "Tu hai anticipato lo studio della lezione e io anticipo la risposta. Si; ti porterò a Torino e fin d'ora tu sei uno dei miei più cari figlioli". Domenico guardò Don Bosco con un sorriso pieno di gioia. Un ragazzo riflessivo si prepara con lo studio e la bontà a fare una buona riuscita quando sarà grande.
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60-49 Vita di S. San DOMENICO SAVIO NELL'ORATORIO DI TORINO

60-49 Vita di S. San DOMENICO SAVIO NELL'ORATORIO DI TORINO
Nell'oratorio di Torino
Il 29 ottobre 1854 quando Domenico entrò nella stanzetta in cui Don Bosco riceveva le visite, per prima cosa fissò gli occhi su un cartello. C'era scritto "Da mihi animas, coetera tolle". Don Bosco lo aiutò a tradurre: "Voglio anime per il Signore, del resto non mi curo". Domenico dichiarò subito che voleva anche lui interessarsi innanzi tutto della sua anima e da quel momento incominciò una vita di grande impegno e di buon esempio tra i compagni dell'Oratorio. Poco più di un mese dopo, 1'8 dicembre, il Papa, a Roma, proclamava verità di fede il Dogma dell'Immacolata. Don Bosco aveva preparato i suoi ragazzi a questo grande avvenimento. Domenico, quel giorno, dopo la confessione generale, fece la Comunione con grande fervore, e poi davanti all'altare della Madonna pregò così: "Maria vi dono il mio cuore; fate che io sia sempre vostro; Gesù e Maria siate sempre i miei amici. Per pietà, fatemi morire piuttosto che mi accada la disgrazia di commettere un solo peccato". Un ragazzo che ama la Madonna è sicuro della sua materna protezione.
07Xsa-60-48 Vita di S. San DOMENICO SAVIO IL GRANDE PROPOSITO Santino Holy card
60-48 Vita di S. San DOMENICO SAVIO IL GRANDE PROPOSITO

60-48 Vita di S. San DOMENICO SAVIO IL GRANDE PROPOSITO
Il grande proposito
Nella casa di Don Bosco Domenico faceva tutto con attenzione e diligenza: andava a scuola, studiava la lezione, giocava con i compagni, era sempre pronto ad aiutare chi gli chiedeva qualche favore... Ma soprattutto amava molto pregare e ascoltare gli insegnamenti dei sacerdoti. Una domenica Don Bosco fece una predica su questi tre punti: 1 È volontà di Dio che ci facciamo santi; 2 È facile riuscirvi; 3 In cielo è preparato un grande premio per chi si fa santo. Domenico ne fu impressionato, rimase pensieroso e meno allegro del solito. Pensando stesse male, Don Bosco gli domandò: "Domenico patisci qualche male?". "Anzi — rispose — patisco qualche bene". "Cosa vuoi dire con questo?". "Voglio dire che sento un desiderio e un bisogno di farmi santo. Non pensavo che fosse cosa facile. Voglio assolutamente farmi santo. Mi dica lei come devo fare". Don Bosco lo esortò ad essere fedele ai doveri di preghiera e di studio, a essere sempre allegro e a fare del bene ai compagni. Il pensiero di farsi santo non lo abbandonò più. Anche un ragazzo può diventare santo.
08Xsa-60-47 Vita di S. San DOMENICO SAVIO APOSTOLO TRA I COMPAGNI Santino Holy card
60-47 Vita di S. San DOMENICO SAVIO APOSTOLO TRA I COMPAGNI

60-47 Vita di S. San DOMENICO SAVIO APOSTOLO TRA I COMPAGNI
Apostolo tra i compagni
"Se vuoi diventare santo cerca di fare del bene ai tuoi compagni...". Aveva detto Don Bosco a Domenico. Questa era diventata per lui la parola d'ordine; non lasciava passare l'occasione di dire una buona parola, si avvicinava ai nuovi arrivati e li invitata a stare allegri e a evitare il peccato; cercava che frequentassero i Sacramenti. Riuscì a mettere pace tra due ragazzi che, dopo gravi ingiurie, si erano sfidati a duello con i sassi, invitando i due litiganti in aperta campagna. Là Domenico, misurate le distanze, si mise in mezzo, trasse il Crocifisso che portava sempre al collo, e alzandolo gridò: "Ciascuno guardi questo Crocifisso e dica forte: Gesù, innocente, morì perdonando ai suoi crocifissori, io invece, peccatore, voglio offenderlo e fare vendetta" e scoppiò in pianto. I due, commossi, si pentirono e fecero la pace. Un ragazzo che dà buon esempio è un apostolo tra i compagni.
09Xsa-60-46 Vita di S. San DOMENICO SAVIO ORRORE ALLA BESTEMMIA Santino Holy card
60-46 Vita di S. San DOMENICO SAVIO ORRORE ALLA BESTEMMIA

60-46 Vita di S. San DOMENICO SAVIO ORRORE ALLA BESTEMMIA
Orrore alla bestemmia
Domenico amava molto Gesù e avrebbe voluto che tutti lo amassero come lui, o almeno non ne offendessero il Nome. Quando sentiva una bestemmia ne soffriva anche fisicamente: diventava pallido, abbassava il capo e poi, nel profondo del suo cuore, diceva con tanto affetto al suo grande Amico: "Gesù, io ti amo... Sia lodato Gesù Cristo". Un giorno, ritornando dalla scuola, udì un uomo che diceva un'orribile bestemmia. Egli tremò tutto e ripeté una giaculatoria, poi si avvicinò al disgraziato e con belle maniere lo pregò d'indicargli la strada che conduceva all'Oratorio. "Non la conosco, caro ragazzino, e mi dispiace". "Allora — continuò Domenico — potete farmi un altro favore?". "Ben volentieri, dimmelo". Domenico gli parlò all'orecchio: "Mi farete un grande piacere se nella vostra collera direte altre parole senza bestemmiare il Nome santo di Dio". L'uomo, pieno di stupore e di ammirazione, rispose: "Hai ragione, è questo un vizio maledetto che voglio vincere ad ogni costo". Un ragazzo cristiano difende Gesù e quando sente una bestemmia esclama: sia lodato Gesù Cristo.
10Xsa-60-45 Vita di S. San DOMENICO SAVIO VACANZE OPEROSE Santino Holy card
60-45 Vita di S. San DOMENICO SAVIO VACANZE OPEROSE

60-45 Vita di S. San DOMENICO SAVIO VACANZE OPEROSE
Vacanze operose
Don Bosco sapeva che le vacanze sono molto pericolose per i ragazzi, perché corrono il rischio di darsi all'ozio e di incontrare cattivi compagni. Perciò, al termine dell'anno scolastico, insisteva nelle raccomandazioni ai suoi oratotiani. Molto spesso diceva: "Ricordatevi che le vacanze sono la vendemmia del diavolo". Nei mesi di vacanza Domenico non solo non perdeva nulla di quanto aveva imparato alla scuola di Don Bosco, ma ne approfittava per moltiplicare il suo apostolato di bene in mezzo ai suoi compagni. In famiglia era un vero modello ai fratelli, dei quali diventava il piccolo maestro. Spesso li intratteneva ripetendo le cose buone e sante udite all'Oratorio, ed era bello ascoltare le loro conversazioni. Intorno a sé raccoglieva gli amici della borgata, li divertiva con giochi e li istruiva con racconti della Storia Sacra. Insegnava ai più piccoli a fare bene il segno della Croce, ai grandicelli il Catechismo; li conduceva a fare una visita al SS. Sacramento e li esortava ad essere assidui alla S. Messa e alle funzioni della Parrocchia. In questo modo le vacanze di Domenico divenivano davvero una buona occasione per mettere in pratica quanto aveva imparato all'Oratorio e diventava la vendemmia del Signore. Non c'è gioia più grande di quella che si prova nel fare del bene al prossimo.
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